Un 45enne di San Pietro di Feletto è stato condannato
in primo grado a 8 mesi di reclusione e 11mila euro di risarcimento per
interferenza illecita nella vita privata altrui“
Condannato in primo grado a 8 mesi di reclusione e 11 mila
euro di risarcimento per interferenza illecita nella vita privata
altrui. E’ finito così il processo a L.G., 45enne di San Pietro
di Feletto, accusato di aver spiato la moglie, da cui si stava
separando, per rivelare i presunti tradimenti della donna. Per far
scoprire le scappatelle l’uomo avrebbe installato rilevatore gps
nell’auto e telecamere disseminate in quasi tutte le stanze della casa,
compresa la camera da letto.
La vicenda risale al 2013 quando la coppia salta per aria e i
due stanno per separarsi ma lui non lo vuole accettare soprattutto
perché era convinto che all’origine dei problemi della coppia ci fosse
un altro uomo. Assolda allora un investigatore privato, ex
carabiniere di Motta di Livenza, incaricandolo di controllare i
movimenti della moglie e scoprire se in effetti avesse una nuova fiamma.
Ma la donna scopre quasi casualmente il gps nell’auto e fa denuncia. Le
indagini dei carabinieri portano ad individuare prima l’investigatore e
poi il 45enne, che viene indagato per interferenza illecita nella vita
privata altrui. Quando poi la polizia giudiziaria in forza alla
Procura è andata a casa coniugale (in cui era rimasta a vivere solo la
moglie) per un sopralluogo ha scoperto alcune microtelecamere nascoste
in cucina, in camera da letto, nel corridoio, nel soggiorno e
all’esterno. Vere e proprie foto-trappole. Tutto era collegato
alla rete internet attraverso un router che avrebbe permesso al 45enne
di verificare chi passava del tempo con la signora semplicemente stando
davanti al computer. La donna, inconsapevolmente, aveva scoperto uno dei
collegamenti nella stanza da letto strappando i fili perché sentiva un
fastidioso ronzio.“
Articolo completo: http://www.trevisotoday.it/cronaca/marito-spia-moglie-processo-25-giugno-2019.html
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