Le guardie di frontiera cinesi non solo controllano la corrispondenza sui cellulari dei turisti, ma installano anche applicazioni per tracciare i loro movimenti e messaggi. Lo si afferma in un'inchiesta congiunta dei giornali Guardian, New York Times e Süddeutsche Zeitung.
L'installazione dell'applicazione avviene
quando il turista, su richiesta della guardia di frontiera, dichiara la
password per accedere al proprio dispositivo. Successivamente il
telefonino viene portato in una stanza separata, apparentemente per dei
controlli.
In precedenza il Consolato Generale della Federazione Russa a Guangzhou aveva avvisato che erano stati rafforzati i controlli al confine per entrare in Cina. Ora le guardie di frontiera hanno il diritto di controllare a propria discrezione i contenuti degli smartphone dei turisti e la cronologia delle chat (esempio WhatsApp). Ufficialmente viene giustificato con il fatto che le autorità cinesi vogliono accertare la veridicità degli obiettivi dichiarati all'arrivo..
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